LE ARMI DEL KOBUDO

Le armi della scuola Matayoshi sono numerose e vengono studiate a livelli diversi. Una prima suddivisione è quella di distinguerle in Arti Maggiori e Arti Minori, intendendo nelle prime le armi di maggiore diffusione e che sviluppano un programma vasto ed articolato, mentre nelle arti minori si collocano le armi la cui diffusione si sviluppa nello studio limitato quasi sempre ai soli kata. Chiaramente la conoscenza e lo studio di queste ultime avvengono quando la conoscenza del Kobudo è ad un livello avanzato (4° o 5° DAN).
Nelle arti maggiori confluiscono BO, SAI, TUNKUWA, NUNCHAKU.

Un'altra suddivisione, che non attiene però alla progressività dello studio, è quello di separare le armi secondo questa elencazione:

  1. Armi lunghe   BO, SAI, NUNTI-BO, ROKUSHAKU, KAMA;
  2. Armi a corda o a catena   KURUMAN-BO,NUNCHAKU,SANSETSUKON, SURUCIN;
  3. Armi corte   KUWA, JO;
  4. Armi doppie   SAI, MATAYOSHI-SAI, TUNKUWA, KAMA, NUNTI, TIMBEI, BANTO, TEKKO, TECCHU.

 

IL BO

Il BO è l'arma per eccellenza del Kobudo. È la più diffusa e la più studiata. Leggiamo nel BUBISHI cinese (WU-BEI-ZHI) nella parte dedicata allo SHAOLIN KONPO (il metodo del bastone di SHAOLIN) che:
“Tutte le arti marziali hanno origine dall'arte del bastone la quale ha origine nel tempio di SHAOLIN”.

 

EKÛ (REMO)

Originario, tecnicamente parlando, di Okinawa, si sviluppa sull'isola per mezzo di un pescatore di nome AZATO e soprannominato AKAKU (uomo rosso) che accolse il maestro CHIKIN SHOSOKU OYAKATA che, condannato a morte a causa di lotte di potere nella città di Shuri, venne condannato ed esiliato sull'isola di Tsukenjina dove egli abitava. Il maestro CHIKIN insegnò l'arte del BO ad AZATO che in breve tempo superò in bravura anche il maestro, tanto che creò un kata di remo per autodifesa contro avversari armati di spada, lancia e bastone. L'EKÛ viene chiamato anche RYOSHI NO KATANA (la spada dei pescatori).

 

NUNTI BO

Probabilmente era inizialmente un attrezzo di pescatori che lo usavano come fiocina. Le tecniche sono affine al BO dell’isola di Tsuken, nelle Ryukyu.

 

ROKUSHAKU-GAMA

È un'arma il cui uso è simile al BO, chiamato anche CHOGAMA, “falce lunga”.

 

KURUMAN-BO

Tipico attrezzo contadino usato per la lavorazione del riso e ancora in uso anche nelle nostre regioni. È uno degli attrezzi usato fin dall'antichità come arma. È tecnicamente affine al NUNCHAKU ed al SANSETSUKON. Chiamato SHAOKUN (bastone delle sentinelle).

 

NUNCHAKU-SOSETSUKON

Deriverebbe dal “morso” usato per gli equini. È simile ad un'arma cinese che veniva usata già molti secoli prima. La lunghezza è personalizzata rispetto all'avambraccio dell'operatore per avere la massima efficacia.

 

SANSETSUKON

È un’arma cinese di cui si trovano tracce scritte in antichi testi con il nome di “SAN-CHIEH-KUN del tempio di Shaolin”. È un’arma che necessita di un completo controllo del corpo, sia per la difficoltà sia per la potenza che può generare. È considerato il fratello maggiore del NUNCHAKU. Una leggenda fa risalire l’invenzione di quest’arma al generale JIN-HONG-YAN, primo imperatore della dinastia SON (960-1279).

 

SURUCIN

Praticamente è l’arma più antica, risale infatti all’età della pietra. È presente, quasi identica, in tutte le realtà territoriali del pianeta. Le Boolas argentine ne sono un tipico esempio. La lunghezza di quest’arma può essere di 90 cm, 150 cm, 180 cm o 240 cm. I tipi più corti, usati per il lancio, si aggrovigliavano al collo o agli arti dell’avversario o della preda. Il Surucin della scuola MATAYOSHI è composto da una corda che unisce due pietre forate.

 

KUWA (ZAPPA)

È un’arma che trova sviluppo, insieme al KAMA, tra i contadini. Le tecniche e i kata di KUWA sono molto raffinate ed evoluti per la sintesi tecnica che hanno subito ad opera di maestri okinawesi e cinesi di arti marziali. Anticamente la KUWA era differente in quanto, al posto della lama di metallo, c’era un corno di animale fissato al manico.

 

SAI

La storia di quest’arma si perde nel tempo per la similitudine che esso ha con numerosi attrezzi che servivano ai contadini e ai pescatori. Altri lo fanno risalire ad una forma modificata di un oggetto di culto di monaci cinesi riscontrabili nell'iconografia sacra cinese ed indiana. Nell’isola di Okinawa alcuni sottoufficiali di polizia, chiamati CHIKUSAJI, utilizzavano questo strumento lanciandolo alle caviglie dei malviventi in fuga per bloccarli. Queste tecniche di lancio si riscontrano in alcuni kata. Il SAI è un’arma che si usa normalmente in coppia. In alcuni kata superiori si usano tre SAI, uno dei quali è inserito nella cintura.

 

MATAYOSHI SAI

È una variante del SAI chiamata anche MANJI SAI. L’elsa è simile a quella del NUNTI. Il nome deriva dal fatto che il primo esperto di tale arma fu proprio SHINKO MATAYOSHI.

 

TUNKUWA

È letteralmente “sfilato” dal classico mortaio rotante per cereali e riso, ancora oggi usato in alcune zone dell’Asia. È un’arma temibile per la sua efficacia. Alcune scuole di Kung-fu insegnano ancora oggi kata di TUKUNWA chiamati KUAI. Una variante con una cordicella che dall’estremità dell’arma viene fissata all’avambraccio è usata in Thailandia. È da rilevare che lo studio sistematico di quest’arma avvenne in Okinawa.

 

KAMA

L’uso del KAMA, come arma, è datata ufficialmente nel 1314, durante l’epoca SANZAN-JIDAI, quando i contadini si rivoltarono contro un signorotto di Gyokujo. Come per gli altri attrezzi da lavoro, il contatto tra tecniche autocne e specialisti di arti marziali cinesi, svilupparono il potenziale di questi attrezzi sino a farli diventare vere e proprie armi alla pari con le altre discipline del BUDO. Era chiamato KAMA-NO-TI-MATAYOSHI (Matayoshi mani di falce), per la grande maestria nell’uso di quest’arma, il M° MATAYOSHI.

 

NUNTI

Già chiamato SAIBU in un antico manuale cinese, il BUBISHI, la sua nascita viene fatta risalire alla dinastia Ming. Quest’arma fu introdotta ad Okinawa, dalla Cina, circa 600 anni fa. Fu il maestro cinese KINGAI ad iniziare all’arte del NUNTI il M° SHINKO MATAYOSHI.

 

TIMBEI-BANTO

Il TIMBEI – JUTSU nasce come DUNFA nel tempio Shaolin del sud. Fu il M° KINGAI che lo insegnò al M° MATAYOSHI. Di solito viene dipinto con il simbolo della scuola di appartenenza. Il TIMBEI (scudo) viene usato in coppia con il BANTO (una spada corta e larga).

 

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